Umani, troppi umani

Il filosofo Natan Feltrin vuole sensibilizzare al problema della sovrappopolazione mostrando le varie teorie collegate al problema, a partire da Thomas Robert Malthus.



Smog, rumore, clacson, palazzi, cemento e persone.
L’homo sapiens ha colonizzato Gaia riproducendosi e conquistando senza misura; al confronto di lucertole, funghi o bisonti questa scimmia proveniente dall'Africa è riuscita a fare quello che nessun altro essere organico avrebbe mai potuto fare, ovvero modificare e alterare il pianeta Terra.

Il filosofo Natan Feltrin(1), laureato in Scienze Filosofiche presso l’Università degli Studi di Milano, attualmente sta svolgendo il dottorato di ricerca presso l’Università di Santiago de Compostela in Etica Ambientale, vuole sensibilizzare al problema della sovrappopolazione, ma come risolvere il problema senza minare la libertà sessuale e riproduttiva delle persone?
Il tema sovrappopolazione viene affrontato nella sua completezza mostrando come il pensiero ecologista debba molto ai primi che denunciarono il problema, ma anche riportando il tema alle sue dimensioni più ampie della moderna presa di coscienza ecologica. 

Nel testo di Feltrin vengono mostrate la nuova visione e le nuove strade da seguire che il disastro ambientale ha portato al dibattito ecologico riguardo all'esplosione demografica. 

Oggi, si è andati oltre la semplice discrepanza quantitativa tra popolazione e cibo. L'umanità si trova di fronte alla più grande crisi che l'umanità abbia mai affrontato: il riscaldamento climatico, la devastazione ambientale, il consumo del suolo, l'estinzione delle specie e la spaventosa riduzione della biodiversità, le megalopoli invivibili, la sparizione delle foreste e l'esaurimento delle risorse naturali, sono fenomeni che non possono più essere ignorati e nascosti dietro la demagogia del progresso continuo. 

L'attuale big crisis è riconducibile, seppur non riducibile, alla population grouth. "La popolazione umana è in aumento e, anche se a molti benpensanti non piace ammetterlo, questo è un problema al quale non si potrà evitare di dare una risposta. Guardando il tasso di crescita demografica globale è vero che si noterà una riduzione dello stesso, da un picco del 2,08 % nel 1970 al 1,11 % nel 2017, ma non si deve dimenticare che se l'esponente è diminuito la base è, invece, aumentata. Per dirlo in altri termini l'aumento del 2,08 % di 3,682,487,700 è 71,998,600 ogni anno, mentre quello di 1,11 % di 7,515,284,160 è 82,620,880 l'anno. Un incremento tutt'altro che trascurabile! Questo fenomeno può essere descritto anche con il nome di crescita cumulativa, difatti dal 1700 al 2012, in media, il trend di crescita è stato dello 0,8 % annuo. Lo 0,8 % potrebbe sembrare quasi trascurabile eppure in 300 anni ha portato l'umanità da 600 milioni a più di 7 miliardi(2)
Natan Feltrin nel suo libro sostiene che lo sviluppo tecnologico può essere solo una riduzione temporanea al problema della sovrappopolazione ma può avere effetti anche negativi e acceleranti verso l'insostenibilità. In conclusione Feltrin non propone cammini politici o strategie economiche, ma suggerisce che il mondo andrebbe visto con occhi diversi, con lo sguardo rivolto a tutte le varietà di vita che comprende e non solo pensando alla nostra specie.


(1) Andrea Natan Feltrin, laureato in Scienze Filosofiche presso l’Università degli Studi di Milano, attualmente sta svolgendo il dottorato di ricerca presso l’Università di Santiago de Compostela in Etica Ambientale. È membro del “Laboratorio galego de ecocrítica”, scrive per l’ONLUS Gallinae in Fabula ed è autore dei libri “Mangeresti un vegano? Verso un orizzonte biocentrico” (goWare 2017) e “Umani troppi umani. Sfide etico-ecologiche della crescita demografica” (Eretica Edizioni 2018)

(2) cfr. "Umani troppi umani" Un pianeta non basta

 
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